S. Marco, 4303, 30124 Venezia VE
Scala Contarini
del Bovolo
La Scala a chiocciola più imponente e pregevole di Venezia
Nella sua lunga esistenza il Palazzo, le cui vicende attraversano cinque secoli di storia veneziana, ha conosciuto diversi proprietari. Molti sono stati gli inquilini che hanno vissuto, non sempre nel lusso, negli ambienti di questa “casa fontego” di evidente gusto tardo-gotico.
Verso la fine del Quattrocento il Palazzo si arricchisce di una “bizzarra e leggiadra” scala a chiocciola (in veneziano “bovolo”, da qui l’appellativo) voluta da Pietro Contarini, rampollo appartenente alla potente famiglia Contarini del ramo di San Paternian che nel Trecento si era potuta fregiare dell’alto onore di aver dato un doge, Andrea Contarini, alla Serenissima Repubblica. Ed è proprio nel xiv secolo che si collocherebbe la costruzione originaria dell’edificio.


L’importanza del Palazzo, che non ha alcun affaccio sul Canal Grande, è ascrivibile alla posizione privilegiata che occupa nel tessuto urbano: esso infatti è equidistante da Rialto, cuore economico, e da San Marco, cuore politico di Venezia.
Approfonditi studi stilistici sono concordi nell’attribuire il progetto della Scala del Bovolo a un artigiano locale individuato nel veneziano Giovanni Candi e agli stessi anni si possono datare anche i lavori di trasformazione che interessarono il cortile interno con l’apertura di logge.
Questo insieme di interventi sono la testimonianza del lento diffondersi in Laguna di un più spiccato gusto rinascimentale, “innestato” in città per il tramite di artisti e maestranze toscane approdate a Venezia. La sequenza di logge sovrapposte risolve l’elemento di raccordo fra la torre e l’adiacente palazzo che si sviluppa su quattro piani – oltre al piano terreno – ed è il risultato della fusione di due corpi edilizi: un blocco trapezoidale costruito attorno a una corte centrale (il nucleo più antico), cui venne aggregato un corpo a pianta rettangolare.
L’architettura di un gioiello affascinante
Sia all’interno, che all’esterno del fabbricato, sono ancora rilevabili i caratteri gotici più antichi: sulla facciata rivolta verso San Marco si conservano lacerti di una ricca decorazione con motivi floreali e brillanti colori, a cui successivamente la monumentale scala si è venuta ad accostare.
La facciata principale sul rio di San Luca conserva quasi integralmente la sua originale sembianza tardo-gotica.
Testimonianza diretta e sicura della cronologia, è la presenza della scala nella pianta prospettica di Jacopo de Barbari: prova che i lavori di ristrutturazione si erano svolti piuttosto velocemente e che nell’anno 1500 si erano ormai conclusi.


L’immaginario dei veneziani rimase talmente colpito dalla singolare architettura di questa scala, che conferiva una caratteristica unica al palazzo, che presto l’appellativo di “bovolo” passò a indicare un ramo della stessa famiglia Contarini.
La storia di una nobile scala
Nel secolo scorso il Palazzo venne adibito ad affittanze da Arnaux Marseille, detto “il Maltese”, che vi aveva aperto una locanda (la “Locanda della Scala”), da cui il nome, tuttora mantenuto, della calle che porta al campiello del palazzo, “battezzata”, per l’appunto, calle delle Locande.
Voce popolare suggerisce che il Marseille, personaggio avventuroso e singolare, sia stato l’ispiratore di Corto Maltese, il celebre protagonista dei fumetti di Hugo Pratt (1927-1995). Un ospite della locanda, l’astronomo tedesco Tempel, conducendo le sue osservazioni col telescopio sulla cima della torre – la “terrazza”, conosciuta anche con il nome del “Belvedere”– scoprì la cometa C/1859 e la nebulosa di Merope delle Pleiadi.
Nel 1849, anno a cui risale il lascito testamentario di Domenico Emery, la proprietà viene vincolata alla Fraterna dei poveri di San Luca, che assisteva i bisognosi della parrocchia. Da quel momento la storia dell’edificio si lega strettamente a quella dell’assistenza veneziana, che vede oggi l’I.R.E. come proprietario e utilizzatore dell’immobile, insieme al Comune di Venezia.
