Pittore veneto del XVII secolo

Ritratto di Angela Adorni Sbardellini, Priora delle Zitelle

1660 olio su tela, cm. 100 x 90

Questo splendido ritratto di giovane donna, sontuosamente abbigliata secondo la moda del pieno Seicento, ritratta quand’era giovane sposa di vent’anni, è Angela Adorni Sbardellini, priora dell’ospizio delle Zitelle, come conferma l’iscrizione che appare nel quadro e che recita: «Angela Adorni Sbardelini de anni 20. fu priora della Pia Casa delle Cittelle et insigne sua benefatrice. morse de anni 77 a di 25 febraio 1717 M.V.».

La sua scarna biografia la apprendiamo dai documenti di archivio. Nata nel 1640 da un’agiata famiglia borghese, andò in sposa molto giovane a Giovan Maria Sbardellini che però, dopo appena dieci anni dal matrimonio, morì a Spalato, lasciandola vedova e con un figlio. Rientrata a Venezia, decise di ritirarsi nel complesso delle Zitelle dove rivestirà la carica di coadiutrice. Una scelta di volontario ritiro che non si dimostrò rara durante il Seicento e il Settecento, in quanto la pia casa delle Zitelle concedeva a gentildonne non più giovani, meritevoli nei confronti dell’istituto, di essere accolte fra le sue mura.

Angela Adorni venne eletta nel 1709 priora, su proposta delle protettrici che la stimavano in grado di sostenere questo compito oneroso nonostante la sua età ormai avanzata, e questo ritratto, libero dai canoni di severo contegno riservato ai dipinti di circostanza che i governatori facevano eseguire alla morte del benefattore, con ogni probabilità, decorava una parete dell’alloggio a lei riservato. Si può ragionevolmente pensare che sia un ritratto giovanile proveniente dalla sua dimora e che al momento di trasferirsi definitivamente alle Zitelle, la Sbardellini lo avesse portato con sé.

Non abbiamo documenti che ci consentano di attribuire con certezza la paternità del dipinto; tuttavia, pur lavorando a Venezia, si può ipotizzare, dalle caratteristiche del ritratto, che l’autore provenisse dall’area lombardo-bergamasca per la sua spiccata capacità e sensibilità quasi nordica nel descrivere minutamente i particolari che formano il sontuoso abbigliamento di foggia francese. I merletti dal disegno minuto intorno alla scollatura e ai polsi, i fiocchi che si ripetono inesauribili sul davanti dell’abito, sulla spalla destra e tra le maniche rigonfie, i finissimi gioielli a “graffe” e il ventaglio fissato in cintura da una catenella d’oro, sono lo specchio – più ancora dell’introspezione psicologica che emerge dai tratti fisionomici – del carattere fiero di questa donna che, alla sua morte, lascerà tutti i suoi beni all’istituto.